Quantcast
Channel: Web marketing – Francesco Tinti
Viewing all articles
Browse latest Browse all 51

Considerazioni sul marketing non italiano in Italia

$
0
0

Prima di entrare nel vivo del post, se hai questo blog tra i tuoi feed RSS, avrai notato che nel corso degli anni gradualmente questo blog si è evoluto parecchio (layout grafico a parte).

Come e perché si è evoluto questo blog

Per un certo periodo ho postato cose personali, con frequenza casuale.

Poi con frequenza altrettanto causale ho iniziato scrivere post relativi al SEO e al web marketing.

Poi ho fatto un piccolo test integrando Twitter.

Per un periodo inoltre ho twittato in maniera manuale una sezione apposita perché qualche furbone prendeva i miei tweet -che sono in media in anticipo di 1-2 giorni su molti altri utenti- e portava traffico al suo blog (senza neanche citarmi).

Infine ho deciso di tornare a scrivere di tanto in tanto per comunicare cose che ritengo utili e anche perché non mi piace molto dire a cosa sto lavorando (preferisco stare “dietro le quinte”).

Quindi quando scopro qualcosa che ritengo possa essere interessante anche per altri, perché non postarlo qua ?

Ora  avrai capito che parlo di marketing oltre che di SEO e non mi interessa scrivere ogni giorno un post per avere dei lettori assidui. Scrivo solo quando ho qualcosa da dire.

Oggi scrivo per fare qualche riflessione assieme a te sul sistema di webmarketing più diffuso che vedo in giro.

Quale sistema di webmarketing ?

Se cerchi un pò online, ovunque, troverai una ricetta per “fare soldi online“, speziata in modo più o meno diverso, che prevede grosso modo questi ingredienti:

  1. una nicchia affamata di prodotti o servizi, ovvero dai alla gente quello che vuole e non quello di cui ha bisogno;
  2. un blog dove ti fai conoscere e dove devi scrivere un post almeno ogni giorno;
  3. una lista di distribuzione perché “the money is in the list”;
  4. un ciclo di email marketing per inviare una newsletter ai tuoi fedelissimi e costruire una relazione con loro perché devi diventare familiare al tuo lettore.

Se ci pensi è quasi scontato avere questi 4 elementi in qualsiasi marketing, in quanto sono i cardini del marketing online.

Questo perché una volta individuata la nicchia di tuo interesse, porti traffico sul blog dai motori di ricerca o da altre sorgenti, poi avvicini la gente al tuo prodotto o servizio, la fidelizzi tramite email e RSS e il gioco è fatto: se hai un buon prodotto o servizio e hai strutturato bene il tuo marketing, venderai.

E’ il modello giusto ? Funziona ?

Ora non dico che queste cose non funzionino, o che questo modello non sia da non usare.

Anzi,  proprio qualche giorno fa io stesso ho fatto presente ad un cliente che oggi non basta più portare traffico AdWords verso una pagina web per avere la certezza della vendita (altrimenti che senso avrebbe avuto per Google  introdurre il remarketing ?).

Perché, anche grazie ai social, la gente ha più canali a disposizione dove informarsi.

E perché è da un pò che si parla di conversione diretta, indiretta, view-through, oltre che di conversione soft e conversione hard.

Avere un sistema di marketing ben strutturato oggi è ancora più fondamentale rispetto a 3 anni fa.

Però una cosa è prendere un modello americano, studiarlo, adattandolo e testandolo al mercato italiano.

Altra cosa è fare un “copia e incolla” globale pensando/sperando che gli italiani si bevano ogni cosa che passa a loro via web.  Per altro, queste e considerazioni più approfondite sul web marketing 3.0 sono state fatte da Madri al suo corso SWM Experience edizione 2010.

In attesa del nuovo corso di Enrico (sono curioso di vedere che cosa ci ha riservato per quei 500mila dollari guadagnati grazie all’uso inconsueto AdSense), ti dico cosa ho visto di recente in Italia.

Cosa ho visto di recente in Italia ?

Negli ultimi mesi sto notando 2 fenomeni in particolare che voglio condividere e discutere assieme.

1) Vedo lanciare  un sacco di corsi in diversi settori (SEO, AdWords, benessere personale e autostima, miglioramento della salute e della forma fisica) che a me sembrano solo orientati a vendere e non a creare valore.

Molto spesso si tratta al 90% dei casi di un prodotto USA già testato, preso e tradotto “as is” per il mercato italiano. Neanche la fatica di adattarlo…

Che poi questi sedicenti metodi USA abbiano effetto anche in Italia così come sono è un altro paio di maniche. Tutto da dimostrare con case histories e numeri alla mano (e te lo dice uno che di infoprodotti USA ha un bel pò d’esperienza).

Parliamoci chiaramente: quando vendi creando valore fai marketing. Quando vendi senza creare valore, vendi e basta. E’ la vecchia storia già discussa anche in questo blog sul “guadagnare online” e il carretto dei gelati.

2) Una cosa un pò più subdola è (tentare di) vendere cose innovative quando in realtà si tratta, né più né meno, della scoperta dall’acqua calda. Dai cinque tibetani ai soliti problemi di impotenza maschile al segreto eterno della felicità.

Alla fine è la stessa differenza che c’è tra il Listerine e la Coca cola :-).

Il Listerine è promosso in TV come prodotto nuovo ogni anno che passa, ma Wikipedia ci insegna che è il Listerine è datato 1895 e l’esperienza è sempre la stessa.

La Coca Cola invece è sempre la stessa (1886) ma ogni promozione è una nuova esperienza.

Hai notato anche tu quello che ho notato io ?

Si ? no ? Parliamone…

The post Considerazioni sul marketing non italiano in Italia appeared first on Francesco Tinti.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 51

Latest Images

Trending Articles





Latest Images